giornalismo

Bersani tra premi e canzoni “sta arrivando il disgelo”


 Da vent’anni a suonar canzoni, da vent’anni bolognese. Profondo, a volte un po’ malinconico, forse, ma ironico, attento a non prendersi troppo sul serio: “parlar di me è come vedersi alla specchio e alla fine trovarsi un po’ antipatici”. Dopo Sanremo, dove ha conquistato il premio della critica con il brano “Un pallone”, Samuele Bersani sarà questa sera (ore 18) alla Feltrinelli di Piazza Ravegnana per presentare il suo disco “Psyco. Vent’anni di canzoni”, 28 brani e due inediti tra cui quello presentato a Sanremo.
Che effetto fa il festival della canzone, una volta tornati a casa?
“Oggi è tutto più veloce. Una volta per leggere le reazioni dovevi aspettare il giornale del giorno dopo. Ora coi social network si ha in diretta il polso della situazione: e io penso di averla portata a casa”.
Con che spirito hai affrontato l’avventura?
“Uno poteva sentirsi spaesato, ma io ci sono andato a cuor leggero. Il primo giorno mi sono ammalato, ho cantato con trentotto e mezzo di febbre e ho sudato sette camicie, ma il giorno dopo mi son svegliato che stavo bene e avevo voglia di lanciare un po’ di coriandoli. Così c’è stata ‘Romagna mia’ cantata con Goran Bregovic; è stato come coronare un sogno”.
Fino al premio della critica.
“lo avevo raggiunto anche alla mia prima partecipazione a Sanremo, 12 anni fa, ed è stata come la chiusura di un cerchio. Altro non mi sento di dire, che non mi piace che si parla addosso”.
Parliamo del disco: qual è la scelta che ti ha portato a scegliere i brani?
“Ho scelto io la scaletta, da solo. E’ stato come fare i conti con me stesso, a costo di lasciare fuori qualche brano più famoso. Questi 26 brani sono la mia spina dorsale artistica, mentre i due inediti, ‘Una palla’, la canzone di Sanremo, e ‘Psyco’, sono i primi due brani del disco che comincerò a scrivere il prossimo anno”.
‘Un pallone’ è la metafora di un individuo un po’ sbandato, ‘Psyco’ racconta di un’anima tormentata. Sei su un versante un po’ malinconico?
“Personalmente no. Anzi, sto vivendo un momento di leggerezza. Ma se penso alla mia generazione, vedo persone un po’ perse, sballottate dagli eventi”.
Sei sempre bolognese?
“Si, vivo qui da ventidue anni e, per usare una metafora vicina all’attualità, mi sembra che la città, almeno musicalmente parlando, stia vivendo il disgelo dopo tanta neve. Anche se io appartengo a quella generazione di artisti che hanno ascoltato molti cantautori e rimango legato a padri come Guccini e Dalla”.
Il tour per il nuovo disco di Bersani partirà da Roma il 29 marzo e arriverà a Bologna il 19 aprile al Teatro delle Celebrazioni.

di Francesca Parisini

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