giornalismo

Auguri, inimitabile Pirro. 90 anni in punta di china


Che impiccio compiere novant’anni per uno come Pirro Cuniberti. « E’ ora di pranzo e tra telefonate e cose da sbrigare non ho ancora neanche fatto un disegnino ». Dice proprio così, “disegnino”, l’artista che fu allievo di Giorgio Morandi e amico e sodale di Enzo Biagi. Pier Achille Cuniberti, detto Pirro, artista immaginifico e prolifico, grafico del “Resto del Carlino” ai tempi d’oro, con Biagi direttore, appunto, e coautore-disegnatore (che chiamarlo illustratore sarebbe una
diminutio) di tanti libri di Stefano Benni, oggi spegne novanta candeline. Anzi no, pardon, niente candeline «che sono allergico», sbotta lui nel suo finto esser burbero. E niente torta, promettono le sue donne: una moglie (Lalla) e tre figlie (Barbara, Monica e Mea). Tante paste, però, da dividere con una famiglia numerosissima, piena di nipoti e pronipoti.
Si festeggia in casa, nell’abitazione di Strada Maggiore. «Sono un provinciale», si definisce lui. «Ho sempre amato Bologna e da qui non sono mai voluto andare via. Neanche negli anni in cui lavoravo a Milano e a Roma, quando avrei potuto trasferirmi. Per niente al mondo avrei lasciato la mia città».
Non ha nemmeno preso l’aereo per New York, Pirro, quando cinque anni fa la galleria Esso di Jennifer Bacon e Filippo Fossati scelse di festeggiare il suo ottantacinquesimo compleanno con una mostra in concomitanza di quella del maestro di Grizzana, allora allestita al Metropolitan Museum. Ci andarono, in compenso, le figlie: due di loro, e si trovarono a stringere mani a parenti americani di cui, in molti casi, neanche conoscevano l’esistenza, ma tutti entusiasti
di quel gigante-artista con gli occhi che guardano all’ingiù e la risata di chi non ha mai compiuto più degli anni di un ragazzino. A proposito, la saga dei Cuniberti, quella sì che sarebbe un romanzone.
«Bologna, però, non mi ha mai dato molto — lamenta l’artista —, forse perché è una città alla fine poco generosa». Cerca di mettervi una toppa ora Davide Ferrari, figlio di Aldo. “Aldone”, lo chiamavano tutti, giornalista e fotografo generoso nel quotidiano cittadino. Davide Ferrari ha chiamato Cuniberti l’altro giorno annunciandogli la Targa Volponi della Casa dei Pensieri, riconoscimento per lui e per un altro maestro, Vasco Bendini; a consegnarlo saranno Eugenio Riccomini e Renato Barilli, il prossimo 22 settembre alla Festa dell’Unità al Parco Nord.
«Oggi non ancora fatto un disegnino — ribadisce Cuniberti — e per me è un caso. Il mio lavoro è fatica e vuol dire disegnare tutti i giorni». «21 per 29.70», specifica tecnico Pirro,dando le dimensioni precise del foglio. «Prendo la penna, la tocco nella china e disegno. Da un po’ di tempo mi concentro solo sul segno e la forma che prende nel foglio. A volte forma astratta, a volte figura». Niente più colore; che strana cosa se si conosce la sua arte delicata, ma variopinta. «Non è che il colore non mi piace più. E’ che mi interessa poco in questo momento ».
Ci rivediamo per i cent’anni, Pirro. Magari a colori.

di Francesca Parisini
da Repubblica Bologna – 10 settembre 2013

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